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177 -  C'erano una volta i

177 - C'erano una volta i "Pompieri di Cavour"

Attiva ancora negli anni Cinquanta/Sessanta del ‘900, l’autopompa (così era chiamato il mezzo adoperato dai cosiddetti “pompieri di Cavour”) era di proprietà del Comune e data in dotazione al signor Mario Allochis, allora dipendente comunale.

“Quando era possibile – ci racconta il figlio Franco, allora bambino – mio padre mi portava con lui su quell’autopompa, specialmente nei mesi estivi quando doveva girare per le strade del paese a bagnare per rinfrescare, … anche la domenica mattina”.

              In particolare racconta ancora che, specialmente dopo il mercato del martedì, venivano bagnate le piazze per evitare che “i ramassur” alzassero la polvere e anche per eliminare gli odori lasciati dagli animali da cortile commercializzati nella zona della “piassa dle polaje” (oggi piazza Martiri e Piazza IV Novembre).

“Bagnare per rinfrescare e per non far alzare la polvere” era quindi l’impegno quotidiano dell’autopompa, attesa con piacere da alcuni proprietari di bar che ne approfittavano per farsi dare una lavatina anche a tavoli e sedie posizionati all’esterno (“…tanto poi li asciughiamo noi”!).
             “In via Giolitti e nelle altre stradine – continua Franco Allochis – la pressione degli idranti si metteva al minimo per non bagnare porte, vetrine, muri e, comunque, c’era chi si era fatto una mascherina di compensato a protezione dell’ingresso delle attività”.
             Il rifornimento dell’acqua veniva effettuato nel bedale, e quando questo ne era carente, si faceva ricorso alle centrifughe di Via Pinerolo e di Via Bagnolo.

                Fra gli interventi più impegnativi dei nostri “pompieri” in quel tempo, a supporto di forze dell’ordine e dei “veri pompieri”, furono gli incendi delle cascine Garibetto (Via Saluzzo) e Bertin (frazione Gemerello), mentre fra gli interventi più curiosi viene ricordato il recupero forzato della salma di un’anziana (deceduta e vegliata da tempo sulla paglia vicino alla stalla dai figli che non volevano saperne di lasciarla portare via) e lo sgombero, sempre forzato, di famiglie nomadi che puntualmente si posizionavano sotto la tettoia ad uso mercatale esistente allora dove oggi si trovano le Scuole Medie.

                “L’autopompa – ci racconta ancora Franco Allochis – era richiesta anche per svuotare e ripulire vasche come quella esistente ancora oggi nel giardino di Villa Peyron.

                “Gli idranti in dotazione erano due e gettavano l’acqua a ventaglio.

                “Si potevano far funzionare entrambi assieme o escludere il destro o il sinistro. Dopo l’uso, per farli asciugare, si appendevano dal 2° piano dell’edificio (poi magazzino) di proprietà comunali, posto allora dietro le Scuole Elementari”.

                Il garage dell’autopompa era nel cortile della ex Pretura in Via Giolitti, e la manutenzione del mezzo veniva effettuata dal Signor Giovanni Nizzola.

 

 

 


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