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61 - I "Cavurrini" di Costa d'Oneglia

Erano così denominati dagli abitanti di Costa d’Oneglia, i Fratelli Novella e i loro discendenti, per il rapporto avuto con la famiglia Lascaris-Cavour-Alfieri.
Adele (Adelaide) Lascaris unica figlia di Agostino Lascaris di Ventimiglia, aveva sposato nel 1826 il Marchese Gustavo Benso di Cavour, fratello del Conte Camillo. Morirà di parto alla nascita del 3° figlio Ainardo (9° Marchese Benso di Cavour dopo che il fratello primogenito Augusto era morto ventenne a Goito), il quale, morendo senza prole, lascerà erede di tutto la sorella Giuseppina, andata sposa a Carlo Alfieri di Sostegno.
I beni di Costa d’Oneglia furono in seguito assegnati, con divisione ereditaria del 1889, a una delle due figlie di Giuseppina: Adele (1855-1936), Marchesa di Sostegno e di Cavour, nubile. Quest’ultima ne rimase proprietaria solo per un decennio perché, con atto notarile rogato a Torino nel 1899, donò parte del patrimonio di Costa ai fratelli Giobatta e Filippo Novella.
Il primo era il fattore della campagna e curava gli interessi della marchesa in questa zona. Il secondo si era trasferito in Piemonte e curava gli interessi della nobildonna in altre sue proprietà.
La villa di campagna di Costa è citata nel catasto come “Villa Alfieri” in onore di Giuseppina Benso Alfieri di Sostegno.
Il fratello, marchese Gustavo di Cavour, fu consigliere comunale aggiunto del Comune di Costa dal 1843 al 1847.
I Consiglieri venivano scelti dal Prefetto in una lista di trenta dei “maggiori registrati ed estimati” inviata dal comune. Per quattro anni il primo ad essere scelto fu proprio il Marchese Gustavo, che era il maggiore proprietario di Costa. Egli infatti, alla prematura morte della moglie, aveva ereditato nella zona anche una grande tenuta agricola oltre a molti altri beni appartenuti a lei, ultima discendente della famosa e potente famiglia ligure bizantina.
La nipote Adele fondò nel territorio anche alcuni asili: quello di Costa porta il suo nome come pure la strada principale del paese.
L’ultimo “cavurrino”, ancora negli ultimi anni ottanta, era il Sig. Amabile Divizia, erede dei Novella, che in quegli anni provvide a far riparare il tetto di “Villa Alfieri” per evitare che andasse in rovina.

(Notizie tratte da una pubblicazione del Circolo “Manuel Belgrano” intitolato “I Cavour e Costa d’Oneglia” a cura del Prof. Giacomo Ricci).     


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