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73 - Tirsi Mario Caffaratto, una vita per la professione, lo studio e la divulgazione scientifica

73 - Tirsi Mario Caffaratto, una vita per la professione, lo studio e la divulgazione scientifica

Tirsi Mario Caffaratto nacque a Cavour il 5 dicembre 1908, dal Cav. Giovanni Battista, medico condotto a Cavour e da Cleofe Majocchi, “mamma Cleofe”, terziaria francescana, indimenticata coordinatrice del locale patronato O.N.C.A.

Fin dall’inizio dell’esercizio della professione medica dimostrò attitudine all’indagine scientifica, tanto da aver pubblicato fino al 1938 ben 37 studi di ostetricia e ginecologia sulle più importanti riviste specializzate del settore. Risale infatti agli anni trenta la sua partecipazione attiva alla vita della Società piemontese di ostetricia e ginecologia in qualità di segretario, mentre fu redattore della rivista “La ginecologia” per diversi anni, nonché membro ordinario della Società italiana di ostetricia e ginecologia.

Nel 1939 conseguì la Libera docenza in Clinica Ostetrica e Ginecologica.

Il periodo bellico lo vide impegnato, oltre che con la normale attività presso l’opera di Maternità, anche direttamente nelle operazioni militari, in qualità di Capitano Medico, sul fronte di Francia. Tale esperienza gli suggerì anche delle osservazioni scientifiche come, per esempio, quella sul peso dei neonati in tempo di guerra.

Il 1° gennaio 1948, in seguito a concorso interno, venne nominato al posto di aiuto incaricato, posto che tenne fino al 1953, quando fu nominato aiuto effettivo presso l’Ospedale S. Anna di Torino (Opera di Maternità).

La sua produzione scientifica posteriore al conseguimento della docenza fu ancora concentrata su temi di carattere prettamente ostetrico-ginecologico, tuttavia cominciò a manifestarsi un certo interesse storico nei confronti della propria professione. Le prime indagini storiche derivarono dall’osservazione di casi personalmente accadutigli (infezioni puerperali con esito letale, incriminazioni a donne per aborti procurati, ma autrici di generose lattazioni, nascite mostruose e focomeliche dovute a ingestioni di medicinali in gravidanza).

Gli anni cinquanta furono il periodo più operoso nel campo professionale.

La sua attività si estese anche al di fuori dell’Ospedale S. Anna, attraverso l’esercizio di consulenze presso l’Ospedale S. Croce di Moncalieri, l.O.M.N.I., gli ospedali psichiatrici di Torino e Aosta, le mutue I.N.A.M., S.T.I.P.E.L, S.I.P., ed altre.

La ricerca di un metodo per alleviare la sofferenza delle donne gravide, lo fece promotore e primo Direttore del Centro per la preparazione psico-fisica al parto presso l’O.M.N.I.

Tale centro fu il primo e, per molti anni, l’unico di tal genere in Italia.

Nel 1958, in seguito a pubblico concorso per titoli ed esami, venne nominato Primario Ostetrico-ginecologico dell’Ospedale S. Croce di Moncalieri.

A questo istituto diede molto: ne fu per parecchi anni anche il Direttore Sanitario, e, in quella veste conferì un impulso decisivo alla ristrutturazione dell’edificio ospedaliero, che fu completamente rimodernato e dotato delle più moderne attrezzature per il nuovo reparto di ostetricia e ginecologia, tanto da essere ancora oggi considerato tra i più quotati della Regione.

Parallelamente alla sua professione principale, stava emergendo prepotentemente l’interesse per la ricerca storica nel campo della medicina e della sanità.

Dagli anni sessanta infatti tralasciò gli studi di argomento esclusivamente medico-scientifico per dedicarsi ad indagini relative alla storia delle istituzioni ospedaliere piemontesi, alle grandi malattie ed epidemie che afflissero l’umanità, ai grandi protagonisti della medicina (dai ciarlatani agli illustri cattedratici di epoca contemporanea), alla medicina eterodossa, alla storia dell’ostetricia, della ginecologia, della farmacia, a temi di medicina sociale.

L’apprezzamento per la sua attività di studioso venne confermata via via dalle nomine conferitegli a Membro di diverse Accademie e Società di Studi.

Con la qualifica di Primario Emerito, conferitagli nel 1979 dall’Amministrazione Ospedaliera nel collocarlo a riposo per raggiunti limiti di età, si dedicherà a tempo pieno ai suoi numerosi studi, interrottisi alla sua morte, il 3 marzo 1987.

Da una relazione della figlia, dott.sa Daniela, che pure ha catalogato tutte le sue 266 opere (Bibliografia disponibile in Archivio alla Procavour), si legge tra l’altro:

“In Tirsi Mario Caffaratto, il rigore scientifico del profondo conoscitore delle fonti, si accompagnava spesso all’intento divulgativo, rendendo così i suoi studi assai piacevoli a leggersi….”    


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