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130 - Giolitti, da Cavour a Racconigi con il Re e lo Zar (che giocava con il trenino)

130 - Giolitti, da Cavour a Racconigi con il Re e lo Zar (che giocava con il trenino)

"Giovanni Giolitti nei ricordi di un nipote" è il libro in cui Curio Chiaraviglio, nel 1981, descrive anche questo episodio.
"...Nei ricordi della prima età predominano piccoli episodi in gran parte faceti, che però con l'avanzare degli anni, acquistavano valore e interesse per il succedersi di eventi che mio Nonno commentava e affrontava... Fra questi, pur provenendo dai primi anni giovanili, quello che in un certo senso segue l'inizio delle mie impressioni sui grandi fatti internazionali, a cui a volte accennava mio Nonno, ha avuto origine dalla visita che nell'ottobre 1907, lo Zar di Russia fece a Racconigi.
In quel tempo eravamo a Cavour, mentre egli andava ogni mattina a Racconigi per le conversazioni politiche che si svolgevano con lo Zar e i suoi ministri. Di sera poi tornava a casa per la cena, dove tutti noi eravamo riuniti a tavola. Tra le cose che egli raccontò di quella occasione, una aveva colpito la mia immaginazione e rimase impressa fra i miei ricordi giovanili. Ed era quella che lo Zar aveva portato in regalo al Principe Umberto un trenino così straordinario, con una rete ferroviaria e stazioncine, che per montarlo lo avevano disposto sul grande tappeto di una delle sale più grandi del castello.
Ho ben presente che mio Nonno osservò come lo Zar alternava alle conversazioni politiche, altre manifestazioni che davano evidenza di un animo buono e paterno, ricordando con quanta attenzione lo Zar, inginocchiato sul tappeto insieme al principino che, se non erro, allora doveva avere sei anni, stava innestando le rotaie per mettere in funzione il trenino, e come lo faceva con atteggiamento affettuoso da buon padre di famiglia.
Molti anni dopo, in occasione della tragica fine della famiglia imperiale russa, menzionai questo ricordo, che mio Nonno rievocò dettagliatamente, ricordando fra l'altro che, nel corso delle conversazioni con i ministri russi, uno di questi disse che bisognava consultare lo Zar, che in quel momento si intratteneva con il principino in altra sala del castello, ove tutti si recarono, incluso il Re, e rimasero molto tempo in piedi, mentre lo Zar era assorto e occupato col trenino. Al prolungarsi dell'attesa, senza che nessuno facesse notare la loro presenza, si resero conto che, secondo il protocollo della corte russa, nessuno dei suoi ministri poteva rivolgergli la parola direttamente, ma che doveva attendere che lo Zar prendesse l'iniziativa di avviare la conversazione...".

Com'è noto, dieci anni dopo, nel 1917, con la Rivoluzione d'Ottobre, tutta la famiglia dello Zar Nicola II è stata sterminata.
Curio Chiaraviglio, nato il 26 giugno 1897, figlio di Enrichetta Giolitti (primogenita dello Statista) e dell'Ing. Mario Chiaraviglio (piemontese, deputato, oppositore all'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale nel 1915), all'affermarsi del fascismo, è emigrato con la famiglia in Argentina, dove, oltre a dedicarsi all'impresa metallurgica da lui fondata con successo, è stato attivissimo nel movimento antifascista nel Nord e nel Sud America.        
 


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